Screening gratuito in ginecologia

Prevenzione del tumore al collo dell’utero per le donne del Benin

Durante l’ultima missione (settembre 2024) siamo riusciti a portare un colposcopio in ospedale per aumentare la qualità dello screening per il tumore al collo dell’utero.

Grazie al sostegno dell’Associazione I sogni dei bambini di Saluzzo abbiamo potuto quindi dotare l’ospedale umanitario di Sokponta di uno strumento diagnostico più funzionale alla corretta diagnosi della patologia.

Dopo il successo della campagna di prevenzione dello scorso anno, abbiamo organizzato un secondo momento dedicato alla cura delle malattie legate agli organi femminili durante il quale 38 pazienti sono state visitate dal ginecologo (di cui 3 sono state segnalate come positive) e 40 pazienti hanno potuto fare una visita di prevenzione per il cancro al seno (4 donne stanno proseguendo le analisi e una paziente ha dovuto operarsi urgentemente).

L’esigenza dell’acquisto di un colposcopio è nata nell’ambito dell’attività ginecologica e ostetrica avviata dal ginecologo dell’ospedale nell’estate del 2023. Nel mese di giugno nel reparto di maternità abbiamo cominciato a formare le sage femmes per l’utilizzo di un sistema di rilevazione di cellule anomale sul collo dell’utero: viene utilizzato il liquido Lugol associato all’Acido acetico, attraverso il quale si possono rilevare cambi di colorazione in corrispondenza, appunto, di anomalie. È un sistema superato in occidente, grazie alle nuove tecnologie, ma ancora relativamente semplice, dai costi contenuti ed efficace in Africa.

In agosto è nata una campagna di screening gratuito per le donne in ospedale, pubblicizzato via radio dal ginecologo accompagnato da colleghi che potevano parlare due diversi dialetti, oltre alla lingua ufficiale (francese): l’idea era quella di raggiungere tutte le donne tra i 20 e i 45 anni soprattutto nelle aree rurali più povere intorno all’ospedale. L’iniziativa ha avuto successo e nel fine settimana dedicato allo screening si sono presentate un centinaio di donne, altre hanno continuato oltre i giorni indicati per presentarsi in ospedale. Il ginecologo, coadiuvato da un collega volontario italiano presente in quel momento nell’ospedale, ha quindi visitato tutte le donne, orientando i casi sospetti verso centri specializzati della capitale per fare il Pap-test ed avere risposte sicure.

Rispetto a quest’ulteriore passaggio è sorto il problema che abbiamo risolto grazie all’acquisto del colposcopio: molte donne non hanno risorse economiche sufficienti per il viaggio e le cure, e hanno quindi rinunciato all’approfondimento clinico. I due ginecologi hanno concordato sul fatto che l’acquisto di un colposcopio avrebbe garantito una migliore presa in carico degli approfondimenti diagnostici necessari in caso di anomalie cellulari rilevate con lo screening di primo livello.

Grazie all’utilizzo di un colposcopio, è stato così possibile effettuare già nel reparto di maternità di Sokponta la diagnosi di primo livello (pap test) e di secondo livello, per dare maggior certezza delle alterazioni citologiche del collo dell’utero. In questo modo siamo passati, solo quando strettamente necessario, al terzo livello di analisi con la biopsia o conizzazione per dirimere l’alterazione citologica dalla semplice infiammazione all’eteroplasia incipiente e in atto.

Adesso possiamo rilanciare con regolarità alcune giornate di screening, avendo uno strumento diagnostico più preciso che permette l’invio nei pochi centri dedicati solo delle donne con risultati sospetti nelle analisi di primo e secondo livello.

Lavorare sulla prevenzione è parte integrante dell’attività dell’ospedale: viene attuata andando nei villaggi e formando “donne referenti di salute”, 2 per ogni villaggio (attualmente 40 villaggi interessati dal progetto) sui temi della malnutrizione con attività dedicate e della prevenzione dei problemi legati alla gravidanza ed al parto.

Incoraggiati dal successo delle giornate di screening gratuito proposte durante le ultime due estati, contiamo di poter proseguire l’attività di prevenzione per le donne dei villaggi attorno all’ospedale, superando il primo centinaio che ha partecipato alla prima iniziativa. Ciò sarà possibile rendendo frequenti le giornate dedicate all’esame di primo livello. Grazie alla disponibilità del nuovo colposcopio, possiamo approfondire direttamente a Sokponta le situazioni dubbie, in modo da ridurre al minimo i viaggi delle donne con una situazione più critica verso l’ospedale centrale.

Inoltre, grazie alla possibilità di ampliare il raggio d’azione della campagna di prevenzione e aumentando la sua capacità di analisi, siamo certi che potremo migliorare le possibilità d’intervento e di risoluzione del problema, fino alla guarigione completa delle donne cui è stato possibile effettuare una diagnosi precoce del tumore al collo dell’utero.

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